Quante volte ci siamo ritrovati a leggere un romanzo, a guardare un film o semplicemente a sfogliare le nostre pagine social e ci siamo resi conto che, inconsciamente, ci stavamo identificando in quel personaggio rispetto ad un altro; in quel protagonista e nei suoi valori, parole, azioni

Eh, sì, non è una domanda perché si tratta di una cosa che capita a tutti prima o poi e che esula a volte dalle nostre intenzioni. 

E quanti di noi – sì, questa, invece, è una domanda – sanno che, proprio nel momento dell’identificazione o della sublimazione nei confronti di quel personaggio stanno ponendo l’attenzione nei confronti di un ARCHETIPO? 

Forse non in molti ed è per questo che ora andremo ad approfondire questa parola che, oltre ad avere un’etimologia chiara ed una spiegazione psicologica, è anche la seconda parola chiave della collezione Primavera/Estate 2020 del marchio Mitù “ALTER_AZIONE”. 

Sì, perché un archetipo, o meglio, il primo esemplare predeterminato, gioca un ruolo fondamentale nelle nostre singole esistenze essendo una cosa innata, che ci piaccia o no, che lo si voglia o no. 

E da qui, i termini “icona” (immagine), “top model” ed “influencer” sono la decodifica della moda e del costume che abbiamo deciso di mettere in relazione proprio alla parola archetipo. 

 

Quindi, partendo dalle icone, quei miti irraggiungibili ma mai invidiati che ci consentono sempre di formulare qualcosa o qualcuno a cui aspirare, da cui prendere esempio, senza mai provare invidia o altri sentimenti negativi, la mente ci riporta agli anni’20 con le figure già discusse di Marlene Dietrich e Louise Brooks, rivoluzionaria la prima, elegantissima la seconda, entrambe ancora oggi riconosciute come miti a cui guardare con rispetto ed ammirazione; quindi, le top – model, termine che vede il suo potenziamento negli anni’90 all’interno dell’ambito moda, e a cui dobbiamo il privilegio della comparsa sulle scene internazionali delle “Big Six”, modelle come Claudia Schiffer, Linda Evangelista, Naomi Campbell, Christy Turlington, Kate Moss e Cindy Crawford, divenute famose attraverso l’estetica in bianco e nero del fotografo internazionale Peter Lindbergh.

 

 

Bellezze, queste, imperfette che grazie al difetto inserito all’interno di una estetica senza confini hanno raggiunto una popolarità che oggi stenta a tornare nel nostro contemporaneo per la nascita, negli anni 2000, delle cosiddette “influencer”; sì, che si prenda youtube, instagram, facebook etc. sono proprio loro a dettare legge nell’ultimo ventennio ponendo l’accento sulla popolarità economica ed il relativo successo, facendo, in questo modo, scomparire l’importanza del costume degli anni passati e relegando la moda e l’estetica a meri fini commerciali che nulla hanno a che fare con la cultura dell’ambiente circostante. 

Sarà per questo motivo che proprio loro avranno destino breve negli anni che verranno? 

 

 

 

 

 

Forse, perché ci si è resi conto che non basta guadagnare molto per tracciare una strada, per dettare un respiro, per far battere un cuore, nazionale od internazionale che sia, ma bisogna tornare ad abbattere quei confini di umana consapevolezza che hanno consentito alla Moda con la M maiuscola da sempre di fungere da medium necessario di analisi non soltanto del nostro presente ma anche del nostro passato per porre le basi nei confronti di un futuro solido e che torni ad essere di “umana memoria”. 

Per imparare nuovamente, quindi, ad entrare nelle parole così come nelle coscienze e per guardare al mondo con doveroso rispetto e necessario interrogativo. Il prezzo da pagare altrimenti?

 Alto, molto alto. 

Troppo, lasciatecelo dire…

 

 

Ti aspettiamo in Salone!

Chiama per ulteriori informazioni.

Staff – Momento In